Archivio Giovanni Sacchi

Archivio Giovanni Sacchi

L’Archivio Giovanni Sacchi è stato realizzato dal Comune di Sesto San Giovanni, su progetto scientifico e curatela della Fondazione Isec (Istituto per la storia contemporanea), ed è collocato nello Spazio MIL all’interno dell’area ex-industriale Breda. Si configura come una realtà culturale unica costruita attorno al patrimonio dell’attività di Giovanni Sacchi, il più importante modellista italiano per l’architettura e il design.
Aperto nel 2009, l’Archivio raccoglie i materiali che un tempo erano conservati presso il suo laboratorio di falegnameria, situato in via Sirtori a Milano: un luogo importante per la storia del progetto in Italia, frequentato da moltissimi designer e architetti – fra i quali, Marcello Nizzoli, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Alessandro Mendini, Ettore Sottsass jr, Marco Zanuso e Aldo Rossi – per sviluppare e mettere a punto i loro progetti grazie ai modelli realizzati da Sacchi.
Un Archivio “anomalo” perché affianca artefatti fisici (come prototipi, modelli e prodotti) ai più tradizionali documenti e materiali cartacei e iconografici, ma anche perché contiene la ricostruzione del laboratorio di Sacchi, attualizzata con macchinari per lo svolgimento di workshop sulla modellistica, nonché spazi espositivi permanenti e temporanei.

DAI MODELLI IN LEGNO DI GIOVANNI SACCHI ALLA STAMPA 3D
La mostra ripercorre in tre sezioni le aree principali di attività di Giovanni Sacchi (Sesto San Giovanni, 1913 – Milano 2005), modellista per il design e l’architettura tra i più noti in Italia. Falegname e abile artigiano, egli inizia a lavorare come modellista meccanico nell’azienda Ercole Marelli all’età di dodici anni. Dal 1948 collabora con i maggiori progettisti italiani e stranieri, contribuendo alla realizzazione di modelli di oggetti e di plastici per l’architettura che hanno segnato la storia del design e dell’architettura anche a livello internazionale. Nel 1951 acquisisce gli spazi di una vecchia fonderia in via Sirtori 10 a Milano, dove colloca il proprio laboratorio, chiuso nel 1997. L’anno successivo gli viene attribuito il premio Compasso d’oro-Adi alla carriera, come riconoscimento per il lavoro svolto al servizio di imprese, architetti e designer.

Le tre sezioni della mostra riguardano:
1) modelli per fonderia;
2) modelli per l’industrial design;
3) modelli per l’architettura.

MODELLI PER FONDERIA
Dopo un breve periodo di lavoro alla Ercole Marelli – dove era impiegato anche il padre –, Giovanni Sacchi inizia l’apprendistato come modellista meccanico presso la bottega Ceresa & Boretti di Milano e intanto studia per conseguire il diploma di disegnatore tecnico. Nel 1936 apre un laboratorio in cui realizza modelli meccanici destinati alle fonderie che mantiene fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando è costretto ad arruolarsi nell’esercito. Dopo essersi unito alle file partigiane, nell’immediato dopoguerra Sacchi intraprende la strada della modellistica per il design e l’architettura.

MODELLI PER L’INDUSTRIAL DESIGN
Nel 1948 l’incontro con Marcello Nizzoli per la progettazione di una maniglia e poi della macchina per scrivere Lexikon 80 per Olivetti, segna l’inizio della collaborazione con più generazioni di importanti designer per i quali Giovanni Sacchi rappresenta un apprezzato collaboratore e interlocutore. Egli si inserisce nel processo di realizzazione di un prodotto grazie alle sue capacità di tradurre un disegno in modello, contribuendo così alla produzione degli oggetti che hanno fatto la storia del design: dalle caffettiere per Alessi ai televisori per Brionvega fino alle macchine per scrivere per Olivetti, solo per ricordare qualche esempio.

MODELLI PER L’ARCHITETTURA
Nella bottega di via Sirtori, Giovanni Sacchi realizza numerosi plastici per l’architettura. Operando a differenti scale e livelli di dettaglio, costruisce le prefigurazioni di immobili completi, parti o sezioni di edifici, così come rende tridimensionali gli interventi previsti nei piani urbanistici di varie città, rendendoli evidenti all’interno della morfologia del territorio. Commissionati dai maggiori architetti italiani e stranieri – come Gae Aulenti, Aldo Rossi, Vittorio Gregotti o Renzo Piano –, costituiscono lo strumento per verificare idee e soluzioni per opere che saranno poi realizzate in tutto il mondo.